Credito d’imposta investimenti nel Mezzogiorno o Bonus Sud: al momento la manovra di bilancio del 2023 non prevede nessuna proroga.

Nov 30, 2022


COSA SUCCEDE CON IL NUOVO ANNO?

Stando alla bozza disponibile della Legge di bilancio 2023, non è previsto alcun intervento di proroga del credito d’ imposta investimenti realizzati nel Mezzogiorno o Bonus Sud istituito con l’articolo 1, commi da 98 a 108, della Legge n. 208 del 28 dicembre 2015.

Vi è da dire però, che anche lo scorso anno, in extremis, con la versione definitiva della Legge di bilancio 2022, fu data piena operatività al beneficio fiscale per tutto il 2022.

VI E’ ANCORA SPERANZA?

È auspicabile che la situazione possa ripetersi anche quest’anno onde consentire la fruizione del beneficio anche per i programmi realizzati a partire dal prossimo anno.

QUALI SONO GLI INVESTIMENTI AMMISSIBILI E QUALI ESCLUSI?

Relativamente ai requisiti della norma si specifica che  “risultano agevolabili gli investimenti – in macchinari, impianti e attrezzature varie – relativi alla creazione di un nuovo stabilimento, all’ampliamento della capacità di uno stabilimento esistente, alla diversificazione della produzione di uno stabilimento per ottenere prodotti mai fabbricati precedentemente e a un cambiamento fondamentale del processo produttivo complessivo di uno stabilimento esistente, ovvero, per le grandi imprese localizzate nelle aree di cui all’art. 107, par. 3, lett. c), del TFUE, quelli a favore di una nuova attività economica (cfr. articolo 2, punto 49 e 51, articolo 2, del regolamento citato)”.

Sono esclusi gli investimenti di mera sostituzione, vale a dire quelli relativi alla fisiologica sostituzione di macchinari ormai portati all’esaurimento con beni aventi pressoché le medesime caratteristiche, in tal senso vedi la risposta all’interpello n. 131, 21 marzo 2022.

CHI SONO I SOGGETTI BENEFICIARI?

I soggetti beneficiari dell’agevolazione sono i titolari di reddito di impresa, risultano quindi escluse le imprese titolari di reddito diverso da quello d’impresa, ovvero il reddito agrario.

In tal senso si è espressa la DRE Puglia in risposta all’interpello n. 917-753 del 23 novembre 2020, nonché la risposta all’interrogazione parlamentare n. 5-07072 dell’8 marzo scorso.


A differenza dei professionisti (esclusi a loro volta), le STP, quali soggetti che producono reddito di impresa, rientrano tra i soggetti ammessi alla misura agevolativa. In tal senso si è espressa l’AdE con la risposta all’interpello n. 600 del 16 settembre 2021.

QUANDO PUO’ ESSERE PRESENTATA LA DOMANDA E COME PUO’ ESSERE UTILIZZATO IL CREDITO?

In vista della temuta fine del periodo agevolato è opportuno ricordare che, ad eccezione dei programmi di investimento rientranti nell’ambito del cofinanziamento a valere sulle risorse Pon e dei programmi operativi relativi al fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) 2014-2020, è possibile presentare l’istanza per la fruizione anche se i progetti di investimento sono stati interamente realizzati.

Vale a dire che non è necessario presentare la Comunicazione prima del loro completamento.

In pratica, se qualche impresa avesse realizzato un programma di investimenti agevolabile ai sensi della normativa in parola ed avesse “dimenticato” la presentazione del modello CIM17 relativo alla comunicazione per la fruizione del bonus per il Mezzogiorno, può presentarla per avere accesso ai benefici fiscali di cui alla L. 178/2020.

Il credito d’imposta è utilizzabile in compensazione, dopo l’invio della comunicazione CIM e relativa autorizzazione da parte dell’Ade.

Infatti, al ricevimento dell’autorizzazione, il credito potrà essere fruito a partire dal quinto giorno successivo alla data di rilascio della ricevuta attestante la concessione del credito d’imposta, a condizione della realizzazione degli investimenti.

Non è previsto un limite all’utilizzo né la sua fruizione frazionata negli anni, come ad esempio previsto dalla L. 178/2020 per il relativo credito di imposta per investimenti.

CASI PARTICOLARI

Se il credito d’imposta è superiore a 150mila euro, l’Agenzia effettua i controlli antimafia, in quanto il bonus Mezzogiorno rientra tra i “contributi, finanziamenti o mutui agevolati e altre erogazioni dello stesso tipo, comunque denominate concessi o erogati da parte dello Stato, di altri enti pubblici o delle Comunità europee, per lo svolgimento di attività imprenditoriali” per i quali il Codice antimafia richiede l’obbligatoria acquisizione della documentazione antimafia (articolo 67, comma 1, lettera g), D.Lgs. 59/2011).

Considerato che i tempi del rilascio del certificato antimafia da parte delle Prefetture competenti, che determina la possibilità per le Entrate di autorizzare la fruizione, sovente sono lunghi, vale la pena di evidenziare la circolare del 3 luglio 2018 del Ministero dell’Interno.

In tale documento di prassi è precisato che nel caso in cui il richiesto certificato non venga rilasciato nel termine ordinatorio previsto, l’Agenzia delle Entrate può legittimamente riconoscere, sotto “condizione risolutiva”, la fruizione del bonus anche in assenza della documentazione antimafia.

Naturalmente, l’agevolazione sarà interamente revocata in caso di successivo diniego della certificazione.

A tal fine, quindi, qualora l’impresa si trovi nella situazione descritta, può essere utile sollecitare direttamente il Centro Operativo di Cagliari, che rappresenta l’ufficio dell’Agenzia delle Entrate demandato alla gestione delle comunicazioni per la fruizione del bonus Sud.

Se questo articolo ti è piaciuto e soprattutto ti è stato d’aiuto, non dimenticare di condividerlo sui principali social network.

Condividi questo articolo!

 

Visita la nostra piattaforma dedicata alla finanza agevolata www.dottorbusiness.com

IL PORTALE SULLA FINANZA AGEVOLATA A PORTATA DI CLICK

Seguici sui social