Come ormai è noto a tutti l’articolo 1, comma 265, lett. a), L. 29.12.2022 n. 197, pubblicata in G.U. 29.12.2022 n. 303, S.O. n. 43 (da qui in poi, Legge di Bilancio per il 2023), è intervenuto, sull’articolo 1, comma 98, della L. 28.12.2015, prevedendo l’estensione del termine per l’effettuazione degli investimenti destinati a strutture produttive ubicate nelle zone del Mezzogiorno (c.d. “Bonus per investimenti nel Mezzogiorno”) al 31 dicembre 2023.
Si specifica che tale norma ha per oggetto un credito d’imposta rivolto a favore delle imprese che acquistano beni strumentali nuovi facenti parte di un progetto di investimento iniziale e destinati a strutture produttive ubicate nelle zone assistite delle Regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna, Molise e Abruzzo, ed avanti ad oggetto le seguenti percentuali agevolative:
- per le Regioni Calabria, Puglia, Campania, Sicilia, Basilicata, Sardegna, l’intensità massima dell’aiuto è pari al 45% per le piccole imprese, al 35% per le medie imprese, al 25% per le grandi imprese;
- per le Regioni Abruzzo e Molise, l’intensità massima dell’aiuto a finalità regionale è pari al 30% per le piccole imprese, al 20% per le medie imprese, al 10% per le grandi imprese.
La proroga del credito d’imposta investimenti nel Mezzogiorno o bonus Sud al 31 dicembre 2023 ha permesso così a molte imprese in affanno, che non sarebbero state in grado di concludere gli investimenti entro il 31 dicembre 2022, di godere di un lasso di tempo maggiore per poter beneficiare del credito in commento.
Infatti, il credito d’imposta investimenti nel Mezzogiorno, a differenza del credito imposta per investimenti in beni strumentali ex art. 1 co. 1051 – 1063 della L. 178/2020 (cd. Industria 4.0), non prevede un meccanismo di c.d. “prenotazione”1, pertanto, qualora non si riesca ad effettuare l’investimento nei termini previsti dalla legge non sarà possibile accedere all’agevolazione.
Infatti, al fine di individuare l’esatto momento di effettuazione dell’investimento per l’ottenimento del credito d’imposta investimenti nel Mezzogiorno, occorre fare riferimento all’art. 109 del TUIR e distinguere in base alle diverse modalità con cui gli investimenti possono essere effettuati.
Pertanto:
- in caso di acquisto a titolo di proprietà si dovrà fare riferimento alla data della consegna o spedizione, ovvero, se successiva, alla data in cui si verifica l’effetto traslativo o costitutivo della proprietà o di altro diritto reale;
- in caso di acquisto in leasing rileva invece la data di consegna al locatario e, in particolare, la data di sottoscrizione del verbale di consegna da parte dell’utilizzatore;
- in caso di investimenti effettuati tramite contratti di appalto, i costi si considerano sostenuti dal committente alla data di ultimazione della prestazione, oppure, in caso di stati di avanzamento dei lavori alla data in cui l’opera viene verificata ed accertata dal committente;
- infine, in caso di realizzazione in economia, rilevano i costi imputabili all’investimento sostenuti nel periodo agevolato.
Sulla base di quanto summenzionato, è da rilevare, con un po’ di sorpresa, come il modello di comunicazione CIM17, da utilizzare per l’inoltro dell’istanza tramite i canali dell’Agenzia delle Entrate, in realtà ancora non ha recepito l’estensione sopra prevista, essendo, difatti, solo possibile richiedere l’agevolazione per gli investimenti conclusi entro il 31 dicembre 2022.
Infatti, qualora si provi ad inserire come data di fine progetto una data successiva al 31 dicembre 2022, il software di compilazione non permette di chiudere la procedura, restituendo un messaggio di errore che obbliga ad inserire una data antecedente il 1° gennaio 2023.
Tale omissione, peraltro, sembra ancora più assurda se consideriamo che il 20 marzo 2023 l’Agenzia ha rilasciato una versione aggiornata del software, la quale versione, tuttavia, non recepisce una novità di questa portata.
Tali ritardi di aggiornamento del software sono diventati negli anni ormai fisiologici.
Infatti, ad ogni esercizio, bisognava attendere un periodo variabile di 3 mesi contro addirittura di 6 mesi dell’anno scorso, quando il software venne aggiornato nei primi giorni di Giugno.
In conclusione, dunque, sebbene il testo normativo abbia prorogato l’agevolazione all’esercizio 2023, ancora bisogna attendere l’aggiornamento del software per poter materialmente beneficiare del credito sugli investimenti conclusi/effettuati nel 2023.
La speranza è che tale attesa non sia infinita.
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